Isterosalpingografia

L’isterosalpingografia (ISG) è un esame radiologico utile per verificare la pervietà delle tube e la loro morfologia.

L'isterosalpingografia viene effettuata iniettando nell'utero, per via cervicale, un liquido opaco ai raggi X. In seguito vengono eseguite diverse radiografie il cui scopo è di documentare il passaggio, attraverso la cavità uterina, le tube e l'addome, della soluzione opaca iniettata in precedenza.

È uno dei primi esami che viene eseguito nella diagnostica della sterilità femminile. Durante l'esame la donna è stesa come per eseguire una visita ginecologica. Uno speculum viene inserito in vagina per consentire la visualizzazione delle cervice e l’iniezione di un mezzo di contrasto radiopaco. Viene poi posto sull'addome un apparecchio radiografico che consente allo specialista di verificare su un monitor il percorso del mezzo di contrasto che determina un’opacizzazione progressiva dell’utero e delle tube, e arrivato all’estremità di queste tende a diffondersi in cavità peritoneale.

Le indicazioni cliniche all’esecuzione dell’ ISG mirano alla valutazione anatomica di forma, sede, volume e profilo della cavità uterina, e del calibro, decorso, lunghezza, profilo endoluminale e funzionale delle tube.

L’esame può evidenziare:
a) la normale pervietà tubarica
b) l’occlusione monolaterale o bilaterale delle tube
c) situazioni complesse di danno tubarico ossia quelle situazioni in cui le tube sono aperte ma sicuramente danneggiate da infezioni pregresse e la loro funzionalità è danneggiata
d) presenza di masse che occupano la cavità dell’utero.

L’indagine radiologica è in grado di fornire dati morfologici della cavità uterina e delle salpingi; malformazioni dell’utero: utero a sella, utero-setto, utero bicorne, etc..; la raccolta di liquido nelle tube(idrosalpingi), alterazioni aderenziali.

Tale valutazione però non riveste carattere funzionale, bensì morfologico. In altri termini: l'isterosalpingografia consente una analisi morfologica di tube e cavità uterina, ma non è in grado di fornire informazioni sull'effettiva funzionalità delle tube; queste ultime infatti potrebbero risultare morfologicamente normali, ma potrebbero non funzionare correttamente.

L’esame dura 15-20 minuti e dopo un’ora dall'esame in genere la paziente è in grado di riprendere le normali attività. Per ridurre il fastidio si può assumere un antidolorifico e/o un antispastico.

RISCHI E LIMITI DELLA TECNICA
Dal momento che l'isterosalpingografia potrebbe trascinare nella cavità uterina e nelle tube eventuali infezioni presenti a livello cervicale o vaginale è consigliabile l'esecuzione di un tampone vaginale prima di sottoporsi a isterosalpingografia; sempre consigliabile è poi una terapia antibiotica preventiva con azitromicina da iniziarsi il giorno dell'esame. In rari casi dopo aver eseguito una isterosalpingografia ci sono lievi effetti collaterali: crampi, debolezza, nausea, lieve sanguinamento vaginale, che nella maggior parte dei casi si risolvono spontaneamente in un paio di giorni.

L’esame non viene eseguito se la donna ha una infezione pelvica, se è allergica al mezzo di contrasto utilizzato nella procedura (iodio) o se presenta un sanguinamento uterino. È doveroso ricordare che l'attendibilità dell'isterosalpingografia non è totale, in effetti la mancata visualizzazione di una tuba può essere dovuta a uno spasmo muscolare temporaneo piuttosto che a un'ostruzione tubarica; può anche verificarsi il caso contrario: l'ostruzione tubarica può essere presente, ma l'isterosalpingografia non è in grado di rilevarla dal momento che il mezzo di contrasto, venendo iniettato sotto pressione, riesce comunque a scorrere fino alla cavità addominale.


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