Percorso della coppia sterile

Come abbiamo detto più volte una coppia si definisce sterile quando dopo uno o due anni di rapporti sessuali liberi non riesce ad ottenere una gravidanza spontanea. Quindi uno o due anni di rapporti sessuali infruttuosi è il tempo che una coppia può aspettare prima di rivolgersi ad un Centro di Medicina della Riproduzione per cominciare ad effettuare quegli esami che porteranno alla comprensione della patologia che ha determinato l'infertilità.

Diverso è il caso quando si sospetta una difficoltà riproduttiva o è una coppia dove la donna ha più di 35 anni. In questi casi è consigliabile che la coppia si rivolga al più presto ad un Centro di Medicina della Riproduzione.

Il percorso diagnostico della coppia sterile comprende quattro gruppi di esami:

- gli esami ormonali
- l’isterosalpingografia e/o ecoisterosalpingografia
- il monitoraggio dell'ovulazione
- l’esame del liquido seminale

Questi esami vanno eseguiti al più presto e, se possibile, contemporaneamente. Uno degli errori più frequenti, in questi casi, è quello di concentrare l'attenzione su un singolo problema di cui siamo a conoscenza, eseguendo un elevato numero di esami,  tendenti a migliorare la comprensione di quel problema e trascurando altre eventuali cause concomitanti. Può accadere per esempio che si continui ad eseguire un numero elevatissimo di esami del liquido seminale trascurando di verificare la pervietà tubarica che di per sé è una indicazione assoluta alla fertilizzazione in vitro.

Solo dopo avere eseguito tutti questi esami si riesce a comprendere se sarà possibile una gravidanza spontanea o se sarà necessario ricorrere ad una delle tecniche di riproduzione assistita. Ribadiamo, solo dopo che sono stati eseguiti gli esami predetti si é in grado di stabilire se la coppia potrà concepire spontaneamente, magari con un piccolo aiuto farmacologico, oppure avrà necessità della riproduzione assistita.

Alcune delle situazioni più frequenti vengono di seguito elencate:

a) Tube occluse o danneggiate: la tecnica di scelta é la fertilizzazione in vitro (FIVET)

b) Oligoastenoteratospermia, ossia alterazioni della qualità del liquido seminale: in questo caso la decisione da prendere é più articolata. Per alterazioni di grado lieve il primo passo é il controllo andrologico nel tentativo di una diagnosi della causa che ha determinato l’anomalia dello sperma e conseguente intervento terapeutico. Se l'alterazione dello sperma é severa o la terapia farmacologica non dà risultati la strada é anche quì la fertilizzazione in vitro. Nei casi di lieve o media alterazione dello sperma può essere tentata la inseminazione intrauterina o intratubarica.

c) Difficoltà ovulatoria con tube pervie e liquido seminale nella norma: sarà sufficiente l’induzione farmacologica dell'ovulazione, seguita dal monitoraggio dell'ovulazione e da rapporti sessuali mirati in concomitanza dell’ovulazione

d) Tube pervie, liquido seminale nella norma e normale ovulazione: siamo di fronte a quei casi di infertilità idiopatica (senza causa apparente), in questi casi spesso la decisione terapeutica non é facile e il comportamento da seguire dipende da alcune altre variabili come l'età della donna e la durata dell'infertilità. Se la donna é giovane e i mesi di tentativi non sono molti si può assumere un atteggiamento attendista, ma se l'età della paziente é avanzata e i mesi di tentativi sono molti é saggio procedere con la tecnica di riproduzione medicalmente assistita più appropriata.


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