Visita preliminare

Durante la prima visita i medici del centro delineano il quadro clinico, valutano la storia clinica della coppia, prospettando il trattamento più idoneo, illustrano le varie procedure, le percentuali di successo, i rischi correlati al trattamento e i costi. Per un corretto inquadramento, è utile che la paziente porti con sé tutti i referti medici eseguiti in precedenza. Il più delle volte comunque sarà necessario eseguire ulteriori accertamenti o ripetere taluni esami, al fine di raggiungere un’elevata accuratezza diagnostica e personalizzare il più possibile il trattamento.

Gli argomenti che sono stati oggetto di discussione nel colloquio verranno riassunti in un documento. Il consenso informato, che vi verrà consegnato lo restituirete firmato in una delle prossime visite, e comunque almeno dieci giorni prima dell’inizio delle terapie concordate.

Tra le varie questioni, una delle più controverse, è quanto deve aspettare una coppia prima di rivolgersi ad un Centro di diagnosi Medicina della Riproduzione.

Il tempo di attesa è di norma di 1-2 anni, ma può variare a seconda dell’età della coppia o meglio della età della donna. In una coppia dove la donna é giovane 2 anni di attesa prima di iniziare l’iter diagnostico/terapeutico è giustificato. Ma nelle coppie dove la partner femminile ha già superato i 35 anni l’iter diagnostico può essere cominciato anche prima di un anno. Lo stesso si può dire di quelle coppie dove già si è a conoscenza di una qualche patologia che può interferire con la funzione riproduttiva.

Nel corso della prima visita verranno considerati i punti di seguito descritti:

1. Raccolta dei dati personali e anagrafici
2. Una accurata e dettagliata anamnesi generale
3. La valutazione degli esami che la coppia ha eventualmente già eseguito in altri centri
4. Richiesta eventuale di altri esami e/o indagini strumentali, necessari ad un inquadramento diagnostico il più accurato possibile
5. Infine verranno fornite alla coppia tutte le informazioni e le nozioni scientifiche che le permetteranno in primo luogo di comprendere qual è il proprio problema riproduttivo, quali sono i possibili rimedi e infine quali sono le probabilità di ottenere una gravidanza, ricorrendo alla riproduzione assistita.

È importante comprendere, durante la prima visita, se la coppia è in grado di riprodursi in modo spontaneo supportata eventualmente da terapie mediche e rapporti sessuali mirati, o ha bisogno di una tecnica di riproduzione assistita di primo livello (inseminazione) o di secondo livello (fecondazione in vitro). In questa fase i medici del centro, in accordo con i pazienti, decideranno il percorso diagnostico terapeutico più idoneo alle specifiche problematiche della coppia.

Ai fini dell’inquadramento diagnostico della sterilità è bene tenere presente che gli esami fondamentali sono:

1. Gli esami ormonali della donna
2. Il monitoraggio ecografico dell'ovulazione
3. L’isterosalpingografia o sonoisterosalpingografia
4. L’esame del liquido seminale (spermiogramma) questi semplici esami sono in grado di valutare nella grande maggioranza dei casi le 3 variabili della fertilità:

- Fattore tubarico (femminile)
- Fattore ovulatorio (femminile)
- Fattore spermatico (maschile)

A queste tre variabili sono riconducibili più del 95 % dei casi di infertilità: quindi prima di elaborare una strategia terapeutica di una coppia infertile è essenziale investigare con attenzione queste tre variabili, per evitare di incorrere in grossolani errori e trattare ad esempio con la fecondazione in vitro un fattore ovulatorio o con terapie andrologiche un fattore tubarico o peggio far perdere del tempo prezioso ad una donna sopra i 40 anni con terapie mediche che si riveleranno inutili quando sarà troppo tardi anche per altre opzioni terapeutiche più adeguate.

Bisogna diffidare di chi propone tecniche di fecondazione artificiale senza avere eseguito questi esami, fondamentali per l’inquadramento diagnostico e quindi necessari ai fini della decisione terapeutica che meglio si addice al vostro specifico problema.

È importante poi assicurarsi che il centro a cui si affida la propria salute sia regolarmente autorizzato (l’autorizzazione deve essere riportata sulla carta intestata del centro) e iscritto nel registro dell’Istituto Superiore di Sanità (consultabile al sito: www.iss.it)


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